giovedì 26 novembre 2009

Song of Childhood - Peter Handke (Der Himmel über Berlin)

When the child was a child

It walked with its arms swinging,
wanted the brook to be a river,
the river to be a torrent,
and this puddle to be the sea.

When the child was a child,
it didn’t know that it was a child,
everything was soulful,
and all souls were one.

When the child was a child,
it had no opinion about anything,
had no habits,
it often sat cross-legged,
took off running,
had a cowlick in its hair,
and made no faces when photographed.

When the child was a child,
It was the time for these questions:
Why am I me, and why not you?
Why am I here, and why not there?
When did time begin, and where does space end?
Is life under the sun not just a dream?
Is what I see and hear and smell
not just an illusion of a world before the world?
Given the facts of evil and people.
does evil really exist?
How can it be that I, who I am,
didn’t exist before I came to be,
and that, someday, I, who I am,
will no longer be who I am?

When the child was a child,
It choked on spinach, on peas, on rice pudding,
and on steamed cauliflower,
and eats all of those now, and not just because it has to.

When the child was a child,
it awoke once in a strange bed,
and now does so again and again.
Many people, then, seemed beautiful,
and now only a few do, by sheer luck.

It had visualized a clear image of Paradise,
and now can at most guess,
could not conceive of nothingness,
and shudders today at the thought.

When the child was a child,
It played with enthusiasm,
and, now, has just as much excitement as then,
but only when it concerns its work.

When the child was a child,
It was enough for it to eat an apple, … bread,
And so it is even now.

When the child was a child,
Berries filled its hand as only berries do,
and do even now,
Fresh walnuts made its tongue raw,
and do even now,
it had, on every mountaintop,
the longing for a higher mountain yet,
and in every city,
the longing for an even greater city,
and that is still so,
It reached for cherries in topmost branches of trees
with an elation it still has today,
has a shyness in front of strangers,
and has that even now.
It awaited the first snow,
And waits that way even now.

When the child was a child,
It threw a stick like a lance against a tree,
And it quivers there still today.

venerdì 9 ottobre 2009

From Etna to Gangi through the TransNebrodi path



I am scared about not doing things that i'd like to do. Then on 29/09/2009 at 00.20 after having watched the last capolavoro of Giuseppe Tornatore, I decided to do the TransNebrodi solo. I'm glad to have taken this decision.



I reached the track starting from the Filiciusa Milia gate on the Etna sud side riding some kilometers on the famous Altomontana, went down to the Maletto village and up again towards the Tre Arie lake. Rested all the afternoon and slept in the the forest guards shelter called as the lake, I finally reached the Traversata dei Nebrodi path aside the lake Cartolari.
Time ago I was used to say to my grandfather that one day i would have cycled from Catania to his village Gangi. Now was time to do it. Mistretta wouldn't have been the last stop but only a pit-stop before going trough normal way to Gangi.



Exhausted I have been picked up from my uncle at 21.30 8 kilometers before arriving in Gangi.
Even if i haven't completed what i was supposed to do, I'm sure that my grandfather, wherever he has been watching me, is proud of his nephew and have helped him during this magical journey.

Some pictures

martedì 21 luglio 2009

Traversata dell'Etna Sud-Nord



Più che una pedalata in salita è stato un pellegrinaggio. I 1400 m di dislivello non sono nulla in confronto al terreno sabbioso, al sole cocente e alle raffiche di vento a volte abbattenti.

E' come conoscere una donna bellissima che ama farsi conquistare. Si fa conoscere piano piano. Non si concede subito. Ti offre a momenti terreno fertile dove ti senti gia padrone e a momenti inaspettati ti è ostile. Ti allontana e ti avvicina. E' un tira e molla dove sai che puoi conquistarla, ma non sai quanto devi faticare per stare al suo gioco.
Se la conquisti, e gia l'amavi, diventa una promessa di amore eterno.
Comunque, a parte fare il romanticone con l'Etna, preferisco sempre Dorien.

Incontri di viaggio:
- Signor X che con nipoti 17enni è salito a piedi al cratere centrale partendo da Gravina alle 4.00.
- Coppia Ceca che ha dormito in posto imprecisato nei dintorni del Cratere. Sembravano in spiaggia sia dall'abbigliamento che dalla rilassatezza pur essendo a 3330 metri.
- Ragazzo Ceco che vagava a piedi da 3 giorni sull'Etna in solitario con cartine ottocentesche. Ancora in buona salute, a parte la faccia ustionata, si apprestava a compiere la tratta di ritorno dal Timparossa a Zafferana. Forse i genitori ancora l'attendono.

giovedì 21 maggio 2009

Transpeloritani


C'è chi la chiama Transpeloritani, chi dorsale dei Peloritani, chi traversata dei Peloritani...qualunque sia il nome, i protagonisti sono i monti Peloritani e chi li vive qualunque sia il mezzo di percorrenza:piedi, scecchi, o mtb. 
Io il Peloso e Giorgio li abbiamo visssuti ovviamente con l'ultimo dei nominati.

Siamo partiti in treno da Catania con arrivo a Messina Centrale. Risalita a Dinnamare da dove inizia il fuoristrada e il giorno seguente arrivo a Francavilla di Sicilia da portella Tre Fontane. (ci siamo evitati la frana di portella Mandrazzi ed è rimasto purtroppo escluso il meraviglioso bosco di Malabotta). Discesa a Giardini e ultimo treno per culo per il rientro.

Il solo commento che preferisco fare è racchiuso in una frase di Leonardo che si trova nei cartelli dell'azienda foreste demaniali Messina:

"Che ti move, o omo, ad abbandonare le proprie tue abitudini della città, lasciare li parenti e li amici ed andare in lochi campestri per monti e per valli, se non la naturale bellezza del mondo?"



martedì 5 maggio 2009

"L'ARTE DI VIVERE" DI ERICH FROMM

Solo quando prova interesse per cio' che crea l'uomo e' felice, sente confermata la propria forza ed e' capace di esprimerla, non e' piu' isolato, avverte un legame con il mondo e perde la sensazione di impotenza. Allora egli e' capace di amare le cose, di amare il suo lavoro e di amare gli uomini. Se invece e' solo un minuscolo ingranaggio di una macchina, se non fa altro che eseguire un qualche ordine -e anche se per questo viene ben pagato le cose non cambiano affatto, se non e' investito di alcuna responsabilita' reale, se non e' capace di mostrare alcun interesse, perche'  per lui non c'e' proprio nulla di interessante da fare, allora si annoia.
L'uomo che soffre di noia non e' in grado di sopportarla. Egli cerca di compensarla attraverso il consumo. Va in giro in auto, beve, intraprende una serie di attivita' per "trascorrere" in qualche modo le due, tre ore spensierate in cui non deve lavorare in azienda. Certo, le sue macchine gli fanno guadagnare del tempo, di cui pero' non sa che fare. Si sente confuso, e cerca di ammazzare in modo decoroso il tempo guadagnato. Gran parte della nostra industria del divertimento, delle nostre feste e dell'organizzazione del tempo libero altro non sono che un tentativo di elidere decorosamente la noia dell'attesa

domenica 3 maggio 2009

TransPeloritani: mtb tra i due mari

Una domenica pomeriggio da nerd.  Mi mancavano solo la bevanda energetica e i guanti tagliati.

Grazie al roadbook su www.tri-ride.com ho potuto passo dopo passo tracciare tramite google-earth e Mapsource la famosa dorsale dei Peloritani;non rimane che caricarla sul gps. Restano ignoti gli attraversamenti di due tratti a causa di frane ma un pò di avventura dopo tutta questa tecnlogia satelittare ci deve pur essere;e pensare che un tempo era una strada di comunicazione sia per scopi civili che bellici. Passeggiarci con la bici mi sembrerà irrispettoso ma sono curioso di capirla.
Se ho il tempo, cercherò di tracciarla fino alla signora Etna o di dirottarla sui Nebrodi. 

Venerdì o sabato la partenza. 
Sento gia il silenzio imponente dei Monti Peloritani, vedo le infinite stelle tra i due mari e il sonno tra le quattro mura di questa notte invidia il libero sonno in sacco a pelo e tenda che verrà.



martedì 14 aprile 2009

Le cose che possiedi alla fine ti posseggono

Avrei pensato a fare la spesa, ad accendere il barbeque, ad assicurarmi del buon vino.

Questa pasquetta ho pensato a esplorare. Giusto un oretta in compagnia del leggiadro Giorgio per descrivere un "otto" che collega Tarderia a Zafferana. Si può scegliere tra salite ripide compatte e salite meno ripide più tecniche. Pensavo a grande scoperta, ma era gia tuttò segnato sia nella carta dell'Etna, sia nella Land del Garmin. Suffuru! 

Sistemando le cose da portarmi per fare la doccia da Nino per raggiungere gli amici di sempre per il pranzo, ho scoperto, anzi ho dovuto ammettere a me stesso, che in tutto ciò che faccio ci sono ruote, pedali e vento in faccia.

Ho voluto le scarpe il goretex per l'inverno, il gps per non perdermi, gli occhiali antifog, i copertoni Vertycal, le manopole Ergon (a proposito,che fantasia!) e le ho desiderate non meno di quanto fa il consumatore medio Edward Norton in Fight Club con i prodotti Ikea.
"Le cose che possiedi alla fine ti posseggono" pronuciata dal suo alter ego Tyler Durden (Brad Pitt) dovrei forse ripetermela allo specchio.
Tutto questo però ha trasformato quelli che una volta erano lenti tempi a piedi, veloci e confusi in motorino, infinti in macchina, limitati nell'ora classica di sport, in emozioni, sfide con me stesso e un approccio diverso alla mia città.

Dunque ammetto che la bici mi possiede, ma adesso posseggo la mia vita.


domenica 12 aprile 2009

Exploring Nebrodi II


Io e il fedele Marco ci ritroviamo sempre tra i Nebrodi quando siamo soli. Dalla foto satelittare si nota come il criterio seguito è "forse questa porta lì".


Abbiamo capito meglio la zona e fra 2 settimane, armati di tenda e saccoletto, faremo quello che da tanto volevamo fare: un anello dei Nebrodi XL di due giorni comprendente i laghi Maulazzo, Biviere e Tre Arie, Obelisco Nelson, santuario Tre Vergini, Floresta, Masseria Monte Colla, Caserma Zarbata,...
Inoltre, scoperta carissima a chi come noi soffre di nausea da bitume, abbiamo trovato un alternativa per ridurre l'asfalto che collega il rifugio Tre Arie al cancello Caronie: una discesa serpentineggiante di qualche km.

 
La vista del lago Tre Arie circondato dal verde mi ha trasportato nelle immagini dei cataloghi vacanze svizzeri. L'avevo sempre visto circondato dai colori marrone e giallo dell'estate Siciliana. 
Se questa foto l'avessi trovata nel web non l'avrei mai riconosciuto.

Però se avessi trovato quest'altra, avrei ricordato l'intelligenza di colui il quale si è costruito la casa sul lago che poi magicamente è risultata "dentro il lago".

La Sicilia è anche questo.

sabato 14 marzo 2009

Il Monte Ilice di Giovanni Verga


Inaspettatamente, grazie alla perizia esplorativa del Signore dell'Etna, conosciuto dai mortali come il Peloso, ci ritrovammo su Monte Ilice, 831 m (dal quale inoltre si gode di un ottima vista di Monte Gorna). 


« Tu non sei mai stata a monte Ilice, poverina!... bisognava venire qui in campagna, fra i monti, ove per andare nell'abitazione più vicina bisogna correre per le vigne, saltar fossati, scavalcar muricciuoli, ove non si ode nè rumor di carrozze, nè suon di campane, nè voci di estranei, di gente indifferente. Questa è campagna! »

Giovanni Verga, Storia di una Capinera, 1869.


Sul posto non sapevo che questo monte fosse così caro a Verga, ma queste tre righe sono la trascrizione esatta delle emozioni che abbiamo provato e delle azioni che abbiamo compiuto in sella alle nostre mtb.

mercoledì 4 marzo 2009

Il Santuario Magazzeni e il Monte Crisimo


La mitologia vuole che Polifemo, nella disperata ricerca della sua innamorata Galatea, si ritrovi all'alba sul Monte Crisimo. (http://www.comune.linguaglossa.ct.it/Miti/moderni.htm)

Chissà quanta strada avrà fatto tra le pendici dell'Etna in cerca dell'amore...

Io purtroppo mi ritrovai lissù al tramonto con quell' "uomo" di Scuderi. Niente amore, ma grande amicizia e gran voglia di godere della piena libertà post esami. Niente orari, niente impegni. Va bene uguale. Spero solo di trovare la strada che il mentore Peloso mi mostrò.

Partiamo dal Santuario Magazzeni. Fu eretto dagli abitanti di Sant'Alfio per ringraziare i santi-fratelli tra loro Filadelfo, Cirino e Alfio che a seguito delle preghiere, intervennero arrestando l'eruzione del 1928 prima di distruggere il paese. Anche se niente donne nella loro vite, con la Signora se la sono cavata bene eh?

C'erano dei fantastici raggi di sole che filtravano dal bosco di pini

e alla Ktm di Scuderi è venuta una foto da copertina. Il solito culo. Io che arranco e lui che cala aggressivo.

Al ritorno, dal luogo di partenza si vede il rossore della linguetta di colata che da qualche mese è adagiata sulla parete della Valle del Bove. 
Il Santuario come da buon cane da guardia, osserva minaccioso.




martedì 3 marzo 2009

Pale Blue Dot - Carl Sagan,1994



"Guardate ancora quel puntino. E' qui. E' casa. E' noi. Su di esso, tutti quelli che amate, tutti quelli
di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria
vita. L'insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche,
così sicure di sè, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di
civiltà, ogni re e suddito, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso,
inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni "superstar", ogni
"comandante supremo", ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì - su un
granello di polvere sospeso dentro ad un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una
vasta arena cosmica. Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinchè,
nella gloria ed il trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un punto.
Pensate alle crudeltà senza fine impartite dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti
scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti i loro malintesi, quanto smaniosi
di uccidersi a vicenda, quanto ferventi i loro odii.
Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l'illusione che abbiamo una qualche
posizione privilegiata nell'Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il
nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità,
in tutta questa vastitudine, non c'è nessun'indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra
parte per salvarci da noi stessi.
La Terra è l'unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c'è nessun altro posto, per lo
meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Abitare, non ancora.
Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte.
E' stato detto che l'astronomia è un'esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c'è forse
migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro
minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilita di occuparci più gentilmente l'uno
dell'altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l'unica casa che abbiamo mai
conosciuto."

venerdì 20 febbraio 2009

Un tramonto inaspettato

Chiuso nella biblioteca del dipartimento di matematica osservavo il tramonto attraverso la finestra.
Nostalgia di ieri.

Ieri era previsto un allenamento col buon Marco fino al Salto del Cane (Tarderia).
L'amore per la bici di Marco lo ha spinto fino a quando l'imbottimento di antibiotici ha prevalso. Così mi abbandona agli inizi di Tarderia. 


Come per lo scalatore la montagna è più nitida quando vista da lontano, anche per la città secondo me vige la stessa regola. Ho una migliore visione di dove ho passato 21 anni della mia vita che per quanto è stata centrale per me, è nulla confrontata agli innumerevoli mutamenti che ha subito il territorio etneo. Porto ad esempio i numerosi coni avventizi: un giorno non c'erano, il giorno dopo eccoli lì. Un pò come dei brufoli che non vanno via.

Una volta arrivato alla destinazione desiderata e consumato il pranzo, mi copro per effettuare la discesa del ritorno ma...

è così limpido il cielo e così invitante l'Etna. Perchè tornare? 

Le cose che riescono meglio sono quelle non programmate no?
Arrivare al rifugio Sapienza eh?Sono a 1350 metri, dovrei arrivare a 1910 in circa 7 km con freddo in costante aumento e dovrei anche studiare. 
Fanculo, mi spoglio e inizio a pedalare. Colpa anche del Peloso che mi suggerì di leggere Peter Camenzind.

Sento le braccia ingessate e come da regola, le estremità sono quelle che si infreddoliscono prima.
Anche se mi sono più utili in questo momento mani, piedi e testa, continuamente controllo la sensibilità dell'estremità mancante nell'elenco.
Non vorrei incontrare un pullman di straniere proprio adesso perchè farei fare una figura di merda a tutti i sicilani!Immagino già: How did you get three balls...?
Vabè...
Inutile dire che qualunque sforzo, qualunque sofferenza, qualunque paura di impotenza è stata ampliamente ricompensata dal colorirsi di rosa dell'Etna al tramonto e dall'accoglienza di un ristoratore che mi ha permesso di cambiarmi al caldo.

Vorrei stare un pò ad ammirare il tramonto e ad ascoltare il silenzio rigoroso del vento ma preferisco accendere il mio faretto ed immergermi dentro i colori dell'imbrunire avvolto dal vento prima che non sia tutto buio.

Non ho mai ricordi netti di ciò che penso quando affronto una discesa. 
Io un pò canto, un pò parlo con me stesso, un pò parlo con quello che c'è attorno. Qualcuno consiglierebbe un bravo psichiatra, ma c'è qualcosa che mi sa di felicità in tutto questo e di pace con il mondo in cui viviamo che spesso consideriamo come essere solo suolo da calpestare e non infinita armonia di creature viventi.

Riporto una poesia che mi ha fatto scoprire Nunzio qualche tempo fa:

Erri De Luca, Considero Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca. 
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle. 
Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano. 
Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi vale ancora poco. 
Considero valore tutte le ferite. 
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che . 
Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del vento che sta asciugando il bucato. 
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia. 
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore. 

Molti di questi valori non ho conosciuto.

mercoledì 18 febbraio 2009

La Villa Bellini e le nuove generazioni


Riapre la Villa Bellini dopo lavori di ristrutturazione necessari causa degrado.
Ieri mi trovavo di passaggio e così ne ho approfittato per tornare bambino e farmi un giro in mtb al suo interno. Non entravo in villa con la bici da almeno 12 anni. Ho avuto la nostalgia delle rotelle, delle sbucciature sulle ginocchia e dello zucchero filato.


Sono cresciuto col signore che sotto l'albero in foto vendeva lo zucchero filato con la zuccherofilatrice? color verde e vedere quello scorcio vuoto mi ha messo un pò di tristezza.
Nemmeno con impegno da qui alla chiusura del sipario riuscireri ad eguagliare la quantità di zucchero filato mangiato in quegli anni . Ricordo che era un signore di non tante parole ma aveva un aria da mago. Con attenzione fissavo i suoi movimenti: accendeva il cestello ruotante che aveva l'aria di forma per ciambella, versava lo zucchero, prendeva la bacchetta, la arriminava e abracadabra usciva un super batuffolo di cotone pronto per appiccicarsi dovunque e futura fortuna della mia dentista.

Ho notato anche l'installazione di telecamere. Giusto per carità;meno fermi e meno spaccio.
Ma dove andranno tutte le coppiette a limonare per ore?
La villa per me è stata un kiss-training. Ho consumato suole di lingua sulle sue panchine, ore di promesse d'amore a vita e apertura di regali per ogni festività.
Mi sono baciato sotto gli occhi dei mezzi busti dei personaggi più illustri di Catania e alcuni mi sembravano anche piuttosto interessati. Una volta lo sguardo ammiccante di uno mi diede coraggio per salpare verso orizzonti sconosciuti. 
Proporrei una zona off-limits da telecamere con entrata rigorosamente in coppia.


E poi questi che caz.. sono?
Sembrano degli appendini moderni giganti ma suppongo che li abbiamo messi li per farci giocare i bambini.
Io continuo a preferire le altalene, le forme di animali con la molla di sotto e quel coso dove ci si siede ai lati opposti da non fare con amici stronzi che spingono forte con le gambe altrimenti ci si triturano i maroni quando impatta a terra.
Per giocare su quei baobab mettessero almeno un libretto di istruzioni!
A pensarci bene potrebbero essere anche stati sequestrati da un locale di striptease.

Poveri bimbi, povere coppie e povero signore dello zucchero a velo.

A parte la mia difficile infanzia, resta comunque un luogo meraviglio ricco di storia e unico polmone verde della città che sono contento sia stato oggetto di quest'opera di riqualificazione.


giovedì 12 febbraio 2009

Una notte di Etna

Sentivo il bisogno di dormire sull'Etna innevata.
Capisco bene che non è uno dei bisogni più gettonati soprattutto quando si sa che si va incontro a temperature sotto la zero, al non sapere se ci sarà legna nel rifugio, alle imprevedibili tormente di neve, al "ma era megghiu ca mi stavu a casa", etc,etc...

se però un grande amico ha il tuo stesso bisogno la cosa si fa più sicura e allegra. (se poi fosse stata un'amica non nego che sarebbe stata ancora più allegra!) 
Così inizò l'infrasettiminale ascesa al rifugio Monte Palestra col buon Fabio.

La pista Altomontata è un tappeto bianco marchiato solo da regolari impronte di cani che speriamo di non incontrare. Pochi metri dopo un folto gruppo di cani è in avvicinamento.
Ci passano accanto con la disinvoltura tipica da gruppo escursionista che incontra altro gruppo escursionista: ci guardano stupiti, continuano a camminare e mi piace pensare che ci abbiamo salutato e augurato buona passeggiata.
Ovviamente sul momento ci siamo cagati sotto. Dopo l'abbiamo presa con filosofia.

Dopo il tramonto è la luna ad accompagnarci riflettendo la "sua" luce sulla neve che diventa di un azzurro meraviglioso che contrasta col buio della notte in perfetta armonia. 
Chiunque ci sia lassù di sicuro se ne intende di accoppiamenti. Io non riesco nemmeno ad accoppiare la calza nera con la nera o la blu scuro con la blu scuro. Faccio sempre ad incrocio.

In alcuni tratti dove avevamo dubbi sul fatto se fossimo ancora sul sentiero o meno ci siamo fidati delle orme degli amici escursionisti. E così anche grazie a loro arriviamo in rifugio. 

Panino, vino, pera e cioccolata e siamo pronti per la notte. 
Si scompattano i sacchiletto, si stendono i materassini e si assume la posa "mummia". Come suggerito da Fabio, avrei senza dubbio preferito il nome saccoletto modello "baco"; dalla prossima volta prima di dormire mi toccherò. 

I quasi 2000 metri ti riempiono i polmoni con di freschissima, il vento e i suoni della montagna sono le uniche cose su cui ti concentri. La città è lontata: niente clacson, urla dei vicini, sirene...

C'è un suono più forte in agguato. Fabio ha iniziato a russare. Sono certo che qualcunque creatura abbia avuto intenzione di avvicinarsi a noi sia stata messa in allarme dai suoni mostruosi che provenivano dal rifugio. Nel non prendere sonno ho considerato anche l'incidenza delle onde su possibili valanghe.

Poi ha smesso e così la mia notte col vulcano si è finalmente potuta consumare.

Ritornati sul asfalto dopo i 19 km di neve abbiamo rincontrato i cani esploratori.
Ringraziato uno di loro con un panino, li abbiamo salutati un pò invidiosi per la libertà in cui vivono.


martedì 3 febbraio 2009

Fred Uhlman, L'amico ritrovato (1971)


"Lo disprezzavamo perchè era buono, gentile e aveva addosso l'odore dei poveri."

Così Hans Schwarz racconta del suo professore di liceo. 
Questa frase tanto breve quanto triste è bastata a descrivere questa figura e l'ingiusta sorte che purtroppo tocca spesso alle persone che dovrebbero essere stimate per il possedere queste spledide qualità pur vivendo in una condizione disagiata.

domenica 1 febbraio 2009

Chiaramonte parte II


Mancava qualcosa sabato scorso...

eravamo soddisfatti delle bellezze del luogo, ma il rientro veloce in asfalto non c'ha entusiasmato e così anticipando la partenza è stato possibile chiudere il percorso ad anello al 97% in sterrato.

Lo scorso sabato lo scatenarsi del cielo, ieri la primavera: il  Sole, i cinguettii e il fresco profumo dei pini hanno accompagnato il nostro giro fino alla sua conclusione.
Due puntate differenti, ognuna con il suo fascino.
Capitolo Chiaramonte momentaneamente chiuso e si pensa gia a sabato prossimo. 



Il tempo di raffinare l'utilizzo di software per gps e caricherò la traccia gpx completa di waypoint.



Qualche scatto...

domenica 25 gennaio 2009

Chiaramonte Gulfi, la pineta, e l'allegro camioncino


Immagina un terreno compatto, una pineta molto vasta, single track larghezza coperture e una miriade di sentieri. Nel periodo invernale collegheresti facilmente quest'immagine a neve o a qualche luogo distante un bel pò di meridiani da te.
Tutto questo non conoscendo Chiaramonte Gulfi e il sentiero Ibleo



Azzarderò cifre ma suppongo che nella zona delimitata da Chiaramonte,Monterosso Almo,Giarratana,Vizzini e Licodia Eubea, si articoleranno almeno 250 km di fuoristrada perfettamente pedalabili e mozzafiato.
Con i nostri 60 km ne abbiamo avuto solo un assaggio ma c'è bastato per poter stampare sulle nostre facce un sorriso a 32 denti nonostante il vento, la pioggia e la nebbia.

Ognuno ha le sue esigenze esplorative, i suoi limiti e le sue paure ma lo spirito che si crea tra chi condivide le stesse emozioni va ben oltre i possibili conflitti sulla rotta da seguire. 
Penso che sia proprio questo il significato di "gruppo". E l'ho scoperto grazie al fedele Marco e all'impavido Antonio.

E così,a tramonto inoltrato, accompagnati dalle lontane luci rosse dei lampioni dei paesi circostanti e dalle stelle che finalmente il cielo decide di mostrare, si ritorna alle macchine non prima di aver incontrato un caratteristico venditore porta a porta con un camioncino avente un carico così vario di cibi allegramente sistemati da farsi invidiare dai monotoni scaffali dei supermercati.




domenica 18 gennaio 2009

Exploring da Floresta




Tutto è programmato per pedalare verso rifugio Monte Crisimo con rientro per pranzo causa impegni di studio del fedele Marco.

Appuntamento ore 8 sotto casa.

Si caricano le mtb in macchina, si mette a moto, Marco guarda il cielo limpido dal parabrezza: exploring sui Nebrodi senza orario?

Si parte alla volta di Floresta. Rifornimento di viveri locali, sosta alla Forestale per info sul terreno e si lascia la macchina di fronte al cancello di un area attrezzata che se non ricordo male si chiama Pilorino. Terreno ottimo e coerenti con la missione del giorno si provano le prime arterie della carrata principale che purtroppo dopo giusto qualche km terminano in punti morti.

La pista forestale di servizio scende costantemente di quota fino a quando un doppio cancello pascolare ci blocca il cammino. 
Voglia di salite e si torna indietro, ci si mette in asfalto e si provano altri sentieri che si incontrano per la strada. Brevi anelli, discese slittanti e salite appiccicose.
Voglia di vedere specchi d'acqua e si va verso il Tre Arie. Si prosegue verso il Biviere ma il terreno diventa impraticabile a quota 1500. 
Tempo di rientrare.


domenica 11 gennaio 2009

Ilice di Carrinu,Piano Bello,Val Calanna,Monte Fontane



Nel territorio di uno dei Paesi Etnei più caratteristici,Milo, si erge l'ottocentenario Ilice di Carrinu. Poco sopra, dal demanio forestale di Piano Bello è possibile attraversare la Val Calanna in single track arrivando fino a un ottimo punto di osservazione quale Monte Fontane.

In occasione di questa uscita sono finalmente tornati in sella Marco,dopo un lungo ritiro spirituale per lo studio di Topografia e Mario che ha comprato finalmente "una Mtb". 
Con loro ho effettuato la prima uscita in Mtb e accessori di fortuna nel settembre 2007 alla volta del rifugio Galvarina;allora quei pochi chilometri ci sembrarono impossibili...


Obiettivo




Come primo post di un blog solitamente ci si aspetta una chiara esposizione di ciò che chi scrive si è fissato come oggetto di discussione all'interno di questo spazio.

Naturalmente,avendo scritto questo,non ho un chiaro oggetto ma vorrei condividere i percorsi in MTB che percorrerò da qui in futuro (a una certa età ovviamente mi darò alle comode poltrone che vendono tramite tv), informare sul mercato dei prodotti biologici presente nella mia città, scrivere quello che mi passa per la testa, cercare nuovi adepti per una setta segreta, iniziare la propaganda per diventare presidente della repubblica, farmi contattare da ellen page o natalie portman,restare in contatto virtuale con gente che non sopporto ma che leggerà comunque le future righe e ricevere il premio pulitzer per la letteratura.

Se questo non è ciò che cercavi,cazzo vai su www.google.it e metti nuove parole chiave tipo stelle filanti,United Nations Framework Convention on Climate Change,salsa al curry,bertrand russel,le ali della libertà,caduta capelli o comunque qualcosa più interessante di Aldo Ballistreri.